

Il periodo fisiologico che caratterizza la menopausa, per una donna può essere percepito attraverso diversi sintomi, oltre alla scomparsa del ciclo mestruale. Per alcune, può presentare dei disturbi correlati, che partono da una fase di preparazione del corpo a questo cambiamento, con alterazioni riguardanti l'apparato uro-genitale.
L'apparato che presiede le attività urologiche e sessuali, è ovviamente quello che risente maggiormente del mutamento ormonale, dato che la scomparsa di estrogeni e testosterone, può provocare dei disturbi a carico dell'apparato urinario e genitale.
Tra i vari sintomi, si possono presentare delle sensazioni di secchezza vaginale, i fastidi durante la minzione, incontinenza urinaria, fino alla comparsa di dolore durante i rapporti sessuali completi.
Tali disturbi vanno prevenuti fin dalla loro comparsa, che può avvenire sia in fase di pre-menopausa, in media dai 46 ai 51 anni, sia nella fase di menopausa, che si svolge intorno ai 51-55 anni.
L'atrofia vulvovaginale
Si tratta di una delle patologie principali, detta anche VVA (VulvoVaginal Atrophy), che comporta una degenerazione degli organi e dei tessuti, dovuta a cause ormonali ma anche a cattiva circolazione sanguigna, infezioni, patologie neurologiche etc.
I tessuti diminuiscono di volume e di peso, anche nell'apparato genitale e urinario esterno; l'atrofia determina l’involuzione delle cellule che costituiscono i tessuti vaginali e vulvari, un processo che coinvolge anche la vescica e l’uretra.
È proprio questa atrofia a determinare i suddetti sintomi di secchezza e difficoltà urinarie, con specifiche manifestazioni
- Sintomi vaginali: irritazione, bruciore, perdite vaginali biancastre a volte odorose.
- Sintomi urinari: urgenza nella minzione, incontinenza, bruciori, infezioni con cistiti ricorrenti.
- Sintomi sessuali: mancanza di lubrificazione vaginale e dolore durante i rapporti sessuali.
La sindrome genito-urinaria in menopausa
Si parla, con tali sintomi, di sindrome genito-urinaria, la quale comporta un assottigliamento dei tessuti a livello della vescica e dell’uretra, che perdono struttura e funzionalità. La mucosa della vagina subisce facilmente microabrasioni spontanee, che provocano una sensazione di “taglietti dolorosi” dopo il rapporto sessuale. In tal caso, oltre al dolore, aumentano i rischi di infezioni contratte per via sessuale, raddoppiate nelle donne con secchezza e atrofia.
Anche la mucosa uretrale diventa meno efficiente nel contenere l'urina e si infiamma facilmente dopo i rapporti, provocando bruciori durante la minzione. In alcuni casi, si arriva ad una cistite originata dall’aumentata vulnerabilità della mucosa agli elementi patogeni.
Un fenomeno legato alla menopausa è anche quello a carico delle fibre elastiche della mucosa e della sottomucosa vaginale, vulvare e uretrale: si assottigliano e il collagene scarseggia, come in ogni processo legato all'età che avanza. I tessuti perdono l'elastina e le fibre di collagene divengono biologicamente scadenti, a causa della mancanza di fibroblasti prodotti dagli ormoni, che fino a questo periodo costruivano giornalmente i tessuti.
Nel tempo, la vagina diventa sempre più stretta e rigida, mentre la vulva presenta secchezza e sottigliezza e anche dal punto di vista sessuale si hanno ripercussioni; i vasi sanguigni, infatti, tendono a chiudersi, provocando una minore reattività agli stimoli nervosi di eccitazione, con una progressiva perdita della sensibilità sessuale.
Cosa fare?
Diagnosi e terapie per la sindrome genito-urinaria
Prima di tutto è consigliabile, ai primi sintomi, effettuare una diagnosi, tramite i Vaginal Health Index. Il ginecologo o l'urologo lavorerà attraverso l’analisi di 5 parametri che consentono di definire la presenza dell'atrofia e il suo stadio di avanzamento:
- elasticità vaginale
- secrezioni vaginali
- pH
- mucosa epiteliale
- umidità della vagina.
Dopo di che, una volta definito un livello di sintomatologia alto, ovvero con manifestazioni di un certo rilievo, si può pensare ad una cura efficace per la sindrome genito-urinaria.
Spesso vengono prescelte terapie ormonali, che si avvalgono di estrogeni locali come l'estriolo o il promestriene, impiegati per supplire alla mancanza di produzione ormonale del corpo. Il primo può essere usato anche per diversi anni ed è più leggero dell’estradiolo. Il promestriene, invece, è formato da estrogeni coniugati ed è quindi un estrogeno di sintesi farmaceutica.
Inoltre, da poco è diffuso un nuovo farmaco da assumere per via orale, l’ospemifene: non si tratta di un ormone, ma di un modulatore selettivo dei recettori estrogenici (Selective Estrogen Receptor Modulator, SERM), in grado di agire sui tessuti in modo differente, a seconda delle necessità.
A livello di terapia locale, invece, vengono spesso adoperati i gel vaginali per le loro proprietà di idratazione, lubrificazione e rigenerazione dai danni vaginali. Questi gel arrivano ad idratare gli strati più profondi del tessuto vaginale, tramite i liposomi e il loro contenuto di acido ialuronico, che forma una pellicola liquida contro l’irritazione cutanea, prurito e bruciore.
Il trattamento Vagy Combi
Una tecnologia altamente innovativa, utilizzata nei trattamenti della sindrome genito-urinaria, con modalità similari ai trattamenti anti-età per il rilassamento cutaneo, abbina infatti le tecnologie cosmetiche di elettroporazione e radiofrequenza.
L’elettroporazione veicola l’acido ialuronico o altri prodotti idratanti nella zona interessata dall'atrofia, con ottimi risultati di maggiore permeabilità nei tessuti vaginali dei principi attivi, che li tonificano e aumentano il trofismo vaginale.
La radiofrequenza somministra calore nella zona interessata per un certo periodo di tempo, determinando un innalzamento del potenziale energetico delle membrane cellulari favorendo, anche in questo caso, il trattamento per contrastare l'atrofia vulvovaginale.
In ogni caso, un'ottima prevenzione per questi disturbi, è quella di effettuare una serie di controlli durante le prime fasi della menopausa, onde evitare che le situazioni di atrofia degenerino, fino ad episodi di incontinenza urinaria, bruciori e lesioni dei tessuti.