
Come gestire bene una separazione o un divorzio

La mediazione familiare, rivolta ad entrambi i membri della coppia, ha come obiettivo la risoluzione della conflittualità in separazione o il divorzio (Intervento a medio- breve termine) e favorisce la comunicazione alla ricerca di un accordo.
Bianalisi si avvale della competenza della dott.ssa MORENA LANDINI, Specializzanda in psicoterapia sistemico-famigliare e sessuologa clinica, mediatrice famigliare AIMS.
PERCHE’ NASCE QUESTO SERVIZIO?
Da tempo ormai si è capito e, purtroppo sperimentato, quanto faccia male un’unione ostile e conflittuale, sia per la coppia che per i figli.
Tuttavia separarsi rimane ancora uno dei passaggi più difficili e dolorosi per ogni membro del sistema familiare, specialmente se le divergenze e i “rancori” agiscono in modo acuto e, talvolta, incontrollato, investendo la sfera della convivenza civile.
Da diversi anni ha preso vita una branca della terapia della famiglia che si è specializzata nell'intervento all'interno di sistemi-familiari grazie al quale è possibile arrivare alla risoluzione dei conflitti pre o post separazione, cioè la mediazione familiare.
Nei secoli la fotografia della famiglia è mutata notevolmente, non è più possibile pensare esclusivamente alla famiglia degli anni '60 caratterizzata spesso da una netta distinzione di ruoli, questo modello sta lasciando spazio alle famiglie ricostruite a seguito di separazioni e divorzi e queste nuove strutture modificano la continuità della coppia e gli intrecci intergenerazionali (nonni -nipoti, generi e nuore e suoceri) producendo nuovi complessi reticoli.
Andiamo quindi verso un modello in cui le persone danno vita, plasmando e dissolvendo più strutture familiari ed anche in queste nuove configurazioni sono possibili i conflitti... pertanto, sebbene la mediazione nasca come intervento diretto alle famiglie in separazione, la ricerca ha sperimentato quanto l'intervento di un mediatore possa essere funzionale nella risoluzione di conflitti in diversi tipi di sistemi, come la scuola, l'azienda e le famiglie ricomposte.
Il primo centro di mediazione familiare nasce nel 1974 ad Atlanta per opera dello psicologo e avvocato statunitense James Coogler il quale fonda la Family Mediation Association che offre un servizio di mediazione alle coppie in via di separazione o divorzio.
Nel 1978 Howard Irving attiva a Toronto il Toronto Conciliation Project e John Haynes, nel 1982, fonda l'Academy of Family Mediators negli USA e dagli Stati Uniti la pratica della mediazione familiare si diffonde fin dai primi anni ottanta anche in Europa.
DECIDERE INSIEME
Nel 1987 si costituisce a Milano l'associazione GeA (Genitori Ancora) con l'intento di divulgare la pratica della mediazione familiare, su iniziativa di Fulvio Scaparro e Irene Bernardini, i quali avvertirono l'esigenza di introdurre, nel campo della separazione e del divorzio, i principi della mediazione, ovvero la necessità di fare in modo che i coniugi configgenti potessero, grazie all'aiuto di un terzo neutrale, decidere insieme in modo costruttivo e non conflittuale come organizzare la propria vita dopo la separazione.
L'intento della mediazione è quindi quello di restituire ai genitori in via di separazione il riconoscimento delle proprie responsabilità, affinché i figli possano continuare a contare sul sostegno, la cura e l'affetto di entrambi.
“La mediazione familiare è un percorso che aiuta i partners con figli a fronteggiare in modo adulto la rottura del legame di coppia al fine di riorganizzare le relazioni familiari in vista o in seguito alla separazione, si tratta di uno cammino in cui un terzo imparziale è sollecitato dai genitori ad aiutarli a gestire le difficoltà emotive ed organizzative e si presenta quindi come uno spazio di incontro in un ambiente neutrale, nel quale la coppia ha la possibilità di negoziare le questioni relative alla propria separazione, sia negli aspetti relazionali, sia in quelli economici, è’ la coppia in ogni caso che sceglie le problematiche da negoziare” (Daniela Narciso Mediatore Aemef)
L'obiettivo è di rendere la coppia protagonista e responsabile nella gestione del conflitto in un'ottica di continuità genitoriale e quindi:
- Aiutare le coppie con figli ad affrontare il difficile momento della separazione e i conflitti che porta con sé.
- Accompagnare i genitori in conflitto nella ricerca di soluzioni reciprocamente soddisfacenti per sé e per i figli;
- Trovare o ritrovare una comunicazione il più possibile funzionale
LA BIGENITORIALITA’
E' implicito dunque il presupposto di una bigenitorialità, cioè (come spiega l'articolo uno della legge 54/2006) realizzare il diritto del minore a "mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, (ndr i genitori) di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale." .
Lo scopo è far giungere una coppia con figli che si sta separando ad un accordo sulla responsabilità e l'esercizio condiviso delle funzioni genitoriali. In questo modo si vuole dare la possibilità ai bambini di avere due genitori anche una volta che il rapporto di coppia si conclude.
Il lavoro della mediazione si inserisce nello spazio creato dal conflitto familiare.
Alcuni esempi di conflitto li possiamo trovare nella teoria della triade rigida di Minuchin:
- Triangolazione: è intesa come una coalizione instabile in cui ciascun genitore desidera che il figlio parteggi per lui contro l'altro e quando il figlio si schiera con uno, l'altro definisce la sua posizione come un tradimento. Gli effetti della triangolazione sui figli sono l'espressione di comportamenti incongrui o una paralisi comportamentale che vengono interpretate come un tentativo del bambino di dare ragione e affetto ad entrambi.
- Coalizione: due persone creano un rapporto di solidarietà per andare contro una terza: uno dei genitori si allea con un figlio in una coalizione, rigidamente definita e di tipo transgenerazionale, contro l'altro genitore. Nella coalizione i confini intergenerazionli sono confusi e poiché il prevalente interesse comune tra i due membri coalizzati è il tentativo di produrre un danno ad un terzo, ne consegue che all'interno della coalizione non esiste un rapporto autentico tra coloro che la hanno formata.
- Deviazione: due persone in conflitto tra loro, spostano il conflitto su un terzo che può giungere a essere visto come capro espiatorio. Le tensioni coniugali possono essere deviate sempre sul figlio e servono a mantenere il sottosistema dei coniugi in un apparente stato di calma.
Il figlio coinvolto in coalizioni o triangolazioni in alcuni casi sperimenta intensi conflitti di lealtà, sensi di colpa per la perdita del genitore “rifiutato”, adultizzazione precoce, vissuti depressivi e difficoltà di svincolo durante l'adolescenza; alcuni figli posso arrivare a strategie di deviazione su di sé della rabbia dei genitori, in quanto ritengono meno pericoloso il conflitto genitore-figlio che genitore-genitore.
La mediazione familiare tuttavia non deve essere confusa con la terapia di coppia, con la terapia familiare o con la consulenza legale (cui può tuttavia essere integrata).
Confronto con altri interventi
Mediazione familiare |
Psicoterapia familiare |
Consulenza legale |
È rivolta obbligatoriamente ad entrambi i membri della coppia |
Può essere rivolta sia alla coppia che ai figli |
Può essere rivolta sia ad entrambi che al singolo |
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I figli possono partecipare |
I figli solitamente non partecipano |
Ha come obiettivo la risoluzione della conflittualità in separazione o il divorzio |
Ha come obiettivo il miglioramento della dinamiche relazionali |
Ha come obiettivo quello di rispondere agli interessi del cliente |
Intervento a medio-breve termine |
Intervento a medio e/o lungo termine |
Intervento non definibile temporalmente |
Favorisce la comunicazione alla ricerca di un accordo |
Cura, aiuta |
Offre un parere legale e rappresenta il cliente presso gli organi competenti |