Breath Test per la diagnosi di intolleranza al lattosio

Intolleranze e disturbi alimentari
Scritto da Redazione scientifica Bianalisi 02-08-2021
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Il Breath Test, termine anglosassone italianizzabile in Test del respiro, rappresenta un prezioso ausilio nella diagnosi di intolleranze alimentari e sindromi da malassorbimento.
Questi disturbi dipendono dalla mancata digestione e/o assorbimento di particolari nutrienti assunti con la dieta; lampante è l’esempio dell’intolleranza al lattosio, disturbo assai diffuso in cui l’ingestione di latte e derivati porta ad episodi di flatulenza, distensione addominale, diarrea e dolori più o meno intensi al basso ventre, spesso aspecifici e di non facile inquadramento diagnostico (perché comuni anche a malattie come la celiachia, la rettocolite ulcerosa e la sindrome del colon irritabile). I breath test vengono quindi prescritti dal medico in presenza di sintomi riconducibili ad un’intolleranza o ad un malassorbimento di zuccheri normalmente assorbibili, come lattosio, sorbitolo, fruttosio o glucosio, o non assorbibili come il lattulosio e lo xilosio. In questi casi, la metodica operativa del breath test, concettualmente semplice, prevede l’assunzione di una dose prestabilita di un determinato zucchero (ad esempio 20 grammi di lattosio) e la successiva analisi dei gas espirati dal paziente dopo un certo periodo di tempo. Si ricerca in particolare il picco di idrogeno nell’aria espirata, la cui presenza è spia di fermentazione intestinale dello zucchero non assorbito, da parte della flora batterica del colon. Il breath test all’idrogeno dopo somministrazione per via orale di lattosio è un esame semplice, affidabile e non invasivo, utile per la diagnosi di intolleranza al lattosio: per questo è oggi considerato il gold standard.
Il lattosio, zucchero caratteristico del latte e dei latticini, è un disaccaride composto dall’unione dei due monosaccaridi: glucosio e galattosio.
Affinché il lattosio possa essere assorbito dai villi intestinali, tale legame dev’essere necessariamente scisso, liberando i due monosaccaridi che vengono poi assorbiti a livello digiuno-ileale (tratti intermedi e finali dell’intestino tenue). Artefice di tale evento è l’enzima lattasi, predisposto appunto alla digestione del lattosio.
Purtroppo, una buona fetta della popolazione italiana (30-40% circa) presenta quantità molto basse di lattasi nel proprio intestino; di conseguenza il lattosio non viene digerito e prosegue il proprio transito intestinale senza essere assorbito. Giunto nel colon, la flora microbica locale lo fermenta con produzione di gas (idrogeno, metano, ed anidride carbonica), dando origine ai tipici fenomeni dell’intolleranza al lattosio (meteorismo, flatulenza, nausea e dolori crampiformi). Parte di questi gas viene riassorbita dalla mucosa del colon, quindi trasportata dal sangue venoso sino agli alveoli polmonari ed eliminata con la respirazione; ecco quindi che rilevando la quantità di idrogeno nell’aria espirata dal paziente è possibile diagnosticare l’intolleranza al glucosio.
Se ad esempio vengono somministrati 20-25 grammi di lattosio (15 in caso di pazienti pediatrici), corrispondenti a 400-500 ml di latte, il test viene considerato positivo quando nell’aria espirata, dopo 30-60-90-120-150 e 180 minuti dall’ingestione, si registra un picco di idrogeno superiore rispetto ai valori basali, rilevati attraverso un primo test al momento di arrivo in laboratorio.
In base all’ampiezza di tale picco, l’intolleranza al lattosio potrà essere classificata in lieve, grave e moderata, picco che invece non si registra nel soggetto che digerisce senza problemi il lattosio. La durata dell’esame è di circa 3-4 ore.

PREPARAZIONE AL BREATH TEST

Il breath test perde valore diagnostico nei soggetti sani intolleranti al lattosio ma con una flora intestinale scarsa, compromessa dall’uso di antibiotici o dall’abuso di lassativi e clisteri;
questi soggetti possono infatti risultare falsamente negativi al test (quindi apparire sani nonostante siano effettivamente intolleranti al lattosio).
Per questo, in chiave di una ottimale preparazione al breath test, è importante. Il test va eseguito a digiuno.

Falsi positivi sono meno frequenti e legati alla presenza di una sovracrescita batterica nel tenue.

Se condotto nel pieno rispetto di queste regole, il breath test permette di diagnosticare con certezza l’intolleranza al lattosio, indirizzando il clinico ed il paziente verso scelte alimentari corrette.

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Redazione Bianalisi
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Tommaso Trenti è il nuovo Chief Scientific Officer del gruppo Bianalisi  

  Milano, 13 settembre 2024   Il professor Tommaso Trenti nominato Chief Scientific Officer del Gruppo Bianalisi. Tommaso Trenti si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Modena, dove poi ha conseguito le specializzazioni in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, in Biochimica e Chimica Clinica e in Tossicologia Medica. A una lunga esperienza come medico ospedaliero associa una solida attività di ricerca ed è autore di oltre 300 pubblicazioni su prestigiose riviste specializzate. Nel corso della sua carriera, è stato nominato come esperto al Ministero della Salute per la revisione dei LEA nel 2016 e ha ricoperto ruoli in diverse società medico-scientifiche nazionali e internazionali. Negli ultimi 11 anni, è stato Direttore del Dipartimento Interaziendale Integrato di Medicina di Laboratorio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e, dal 2022 al 2023, Presidente di SIBioC - Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica, la principale società scientifica che si occupa di diagnostica di laboratorio; qui, ha fondato e coordinato i Gruppi di studio dedicati alla “Evidence Based Laboratory Medicine”, all’Autoimmunità e Allergologia, ai Big Data e Intelligenza Artificiale e all’Immunologia Clinica. Nel suo nuovo ruolo, Trenti lavorerà per dare ulteriore impulso all’innovazione scientifica, professionale e organizzativa dell’attività di diagnostica di laboratorio, coniugando tecnologie moderne, competenze e attività di ricerca traslazionale per promuovere percorsi diagnostici sempre più integrati con i percorsi clinici, al fine di ottenere i migliori risultati per la salute delle persone. Come Chief Scientific Officer, inoltre, favorirà in Bianalisi lo sviluppo di ulteriori pratiche diagnostiche avanzate e si occuperà della formazione scientifico-professionale del personale. “Diamo con grande piacere il benvenuto al professor Tommaso Trenti all’interno del team Bianalisi”, dichiara Giuliano Caslini, Presidente del Gruppo e fondatore. “Grazie alle sue competenze e professionalità, siamo certi che possa portare un contributo di valore all’innovazione scientifica di Bianalisi, che ha da sempre contraddistinto il percorso di crescita del Gruppo e gli elevati standard di qualità del servizio che offriamo ai nostri pazienti. L’ingresso del professor Trenti rappresenta un ulteriore innalzamento della qualità, della professionalità e delle competenze della squadra alla guida della società, in continuità con la consolidata strategia di Bianalisi di investimento nel capitale umano”. “Siamo onorati di poter accogliere il professor Trenti alla Direzione Scientifica del nostro gruppo: il suo spessore umano e professionale, uniti alla grande esperienza nella medicina di laboratorio, si sposano perfettamente con i nostri valori e obiettivi”, dichiara l’Amministratore Delegato di Bianalisi, Giovanni Gianolli. “Bianalisi ha avviato un processo di forte innovazione scientifica e sta lavorando, in particolare, per diffondere la cultura della prevenzione, sensibilizzando i cittadini ad agire proattivamente e a prendersi cura di sé, in una logica di ‘healthy aging’. L’arrivo di Tommaso, che opererà in sinergia con la dottoressa Maria Teresa Sandri, attuale Chief Medical Officer e coordinatore clinico della nostra rete di laboratori, risponde a questa strategia. Presto potremo introdurre nuovi test diagnostici all’avanguardia, che impiegheremo per definire percorsi clinici funzionali a mantenere un buono stato di salute, promuovere un invecchiamento sano e garantire terapie sempre più personalizzate”. “Ho accettato con piacere di unirmi a Bianalisi, una realtà dinamica e dal grande potenziale”, afferma il nuovo Chief Scientific Officer, Tommaso Trenti. “La medicina di laboratorio sta acquisendo un valore sempre più importante in medicina e nei processi di cura, come strumento di tutela della salute: sia sul fronte della prevenzione per conservare il benessere psicofisico, sia per una diagnosi accurata e precisa, al fine di individuare l’approccio terapeutico più efficace per il singolo paziente. Oggi, la straordinaria disponibilità di nuovi test di laboratorio determina l'esigenza di conoscere, interpretare e guidare l’implementazione dell’innovazione tecnologica, per offrire ai nostri utenti le migliori e più appropriate attività diagnostiche, basate su robuste evidenze scientifiche. Il contributo che intendo portare in Bianalisi va proprio in questa direzione”.   Ufficio stampa Bianalisi Value Relations Francesca Alibrandi - cell. 335 8368826, f.alibrandi@vrelations.it Antonella Martucci - cell. 340 6775463, a.martucci@vrelations.it

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