
Nella pratica clinica quotidiana moltissimi pazienti lamentano dolori cronici della colonna vertebrale, che si presenta ormai da anni, nonostante innumerevoli visite mediche e trattamenti svolti.
Nella diagnosi la corretta conduzione dell'anamnesi è fondamentale per dipanare i dubbi
Le cause dei dolori riferiti alla colonna vertebrale sono molteplici, e possono essere riassunti, nelle forme più frequenti, come segue: sindrome miofasciale, infiammazione delle articolazioni o dei legamenti della colonna, artrosi della colonna, ernia del disco sintomatica, dolore per patologie viscerali, fibromialgia.
SINDROME MIOFASCIALE
Nella sindrome miofasciale il dolore è causato da contratture muscolari croniche, definito "trigger point", caratterizzate da ispessimento della zona fibrosa, ischemia, irritazione e sensibilizzazione dei nervi.
In questi casi il dolore si presenta già dal mattino, oppure dopo un più o meno lungo periodo di immobilità: classico il caso di chi sta seduto per un'ora di seguito e sente la "stilettata" appena fa lo sforzo di alzarsi.
Generalmente i distretti della colonna più colpiti dalla sindrome miofasciale sono quelli alti: dolore al collo, trapezio, dolori alla mandibola o cefalea di tipo tensivo, oppure dolore tra le scapole. Il dolore classicamente migliora con il movimento, con lo stretching, con il calore o con la "disattivazione" del trigger point, per cui le terapie più efficaci sono: infrarossi, agopuntura , massaggio, energia vibratoria muscolare e stretching.
Alla base della sindrome miofasciale c'è sempre un'attitudine costituzionale o caratteriale a stare "in allerta", trattenendo le emozioni, soprattutto negative. Molto spesso tali situazioni sono accompagnate dalla tendenza a trattenere il respiro e a rimanere per ore, in modo automatico, con i muscoli della mandibola, del collo e delle spalle in tensione continuativa.
Per questo motivo il percorso terapeutico, in questi casi, non può prescindere dalla rieducazione del tono muscolare e del respiro: tramite strumenti di bio-feedback il paziente si rende conto delle sue contrazioni automatiche, e può così allenarsi a resettare il tono muscolare e a sentire la differenza tra contrazione e rilassamento, per poi riprodurre questa sensazione nel suo quotidiano.
SCIATICA VERA E SCIATICA FINTA
Quando, viceversa, i dolori colpiscono la colonna lombare, è importante fare la diagnosi differenziale tra cause muscolo-posturali e cause infiammatorie.
E’ infatti molto frequente che un paziente con lombalgia cronica sia sottoposto a risonanza magnetica e che venga evidenziata una protrusione discale. La terapia viene quindi rivolta alla cura della protrusione (a volte chirurgica) e il dolore non si modifica: è presente un’ernia, ma non è la sola causa del dolore.
Il dolore di tipo infiammatorio è classicamente aggravato dal movimento e dal carico, quindi si presenta durante o dopo la giornata di lavoro, o quando si sta molto tempo in piedi e, in caso di ernia infiammata, può essere proiettato alla gamba fino al tallone oppure fino al ginocchio, ma, anche in questo caso, esistono condizioni che simulano la sciatica: punto trigger dei muscoli glutei o infiammazioni dell'articolazione sacroiliaca sono cause di "finta sciatica".
In caso di dolore infiammatorio la terapia d'elezione è l’Ossigeno-Ozono Terapia , l'Elettroagopuntura, il Laser Hilt e l'Enerpulse Papimi, per il miglioramento dell'infiammazione e del dolore.
CONCLUSIONI: RIPROGRAMMAZIONE POSTURALE
Una gamba corta, la rotazione del bacino, un appoggio asimmetrico dei piedi sono frequentemente alla base delle alterazioni della colonna lombare: in questi casi la visita medica Posturologica, accompagnata dall’esame visuo-posturale e da esami strumentali, quali la baropodometria e la stabilometria, ha lo scopo di individuare e correggere le anomalie posturali alla base del dolore alla colonna, anche tramite l’utilizzo di plantari propriocettivi.